giovedì 2 agosto 2012

LETTERA DI ADESIONE A. L. Cobas - CUB

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di adesione dell' A. L. Cobas-CUB:

Raccogliamo positivamente la proposta del Comitato Promotore Varesino nell’indizione di una manifestazione nazionale contro le armi da svolgersi in particolare nel territorio provinciale e riteniamo sia utile organizzare un incontro con il comitato promotore a Settembre.
Una manifestazione finalmente contro la guerra che tenti di fare ripartire il Movimento per contrastare i progetti del capitale finanziario e guerrafondaio.
Enormi masse di lavoratrici e lavoratori sono costretti ad emigrare per scappare dalla guerra, dalla fame e dalla miseria assoluta.
I giovani sono e saranno condannati ad un futuro incerto e precario prodotto dalle condizioni che il sistema economico capitalista ha imposto ed assume come pensiero unico dominante.
La ricerca delle fonti di energia e di sopravvivenza sono sempre più limitate e ad appannaggio delle superpotenze economiche e finanziarie (stati, società etc).
In questo quadro, le guerre continuano a rappresentare l’occasione per “mostrare i muscoli” da parte di tali soggetti, con la giustificazione che sono “giuste” perché esportano la pace e la democrazia (quale?).
Non vi è mai stata guerra giusta quando questa riduce a totale miseria e fame un popolo. Non vi è guerra giusta quando un popolo sfruttato è costretto a scappare per poter avere un futuro migliore!
Non si può quindi pensare solo ad effetti positivi, su di un piano economico, quando si vendono armi  come nel caso dell’Alenia Aermacchi-Fimmeccanica,  oppure quando lo scambio debba essere rappresentato, per il mantenimento dei livelli occupazionali, con un maggiore inquinamento a discapito di intere popolazioni (il caso ILVA di Taranto di questi giorni è emblematico!).
Va rifiutata la logica che le guerre sono giuste perché garantiscono l’occupazione e va rifiutata la logica che per mantenere l’occupazione si debba pagare un biglietto salato in termini di difesa della salute e dell’ambiente.
Bisogna proporre modelli di sviluppo che siano compatibili con l’occupazione e la tutela dell’essere umano per riconvertire le fabbriche belliche a scopi civili e sociali rifiutando ogni ipotesi legata al profitto.
Per queste ragioni aderiamo alla iniziativa prevista per sabato 13 ottobre 2012 presso lo stabilimento Alenia Aermacchi di Venegono. 


27 Luglio 2012


A.L.Cobas-Cub
Via Pasubio, 8
21013 Gallarate (Va)
Tel. 0331/076413- 0331/772337
Fax 0331/1832254
sito internet: cubmalpensa.it
You tube Canale alcobascub: http://www.youtube.com/user/alcobascub

mercoledì 1 agosto 2012


Business di armi Roma-Tel Aviv
Manlio Dinucci

Nel pieno della crisi arriva finalmente «una potente iniezione di fiducia per tutti coloro che credono nel valore del lavoro»: lo dichiara il deputato Pd Daniele Marantelli, plaudendo al contratto di Alenia Aermacchi (Finmeccanica) per la fornitura a Israele di 30 velivoli militari da addestramento avanzato M-346. Così, nella prossima operazione «Piombo fuso», i piloti israeliani potranno essere ancora più micidiali.
Berlusconi aveva promesso di promuovere la vendita degli M-346, dice l’onorevole Pd, ma la sua è stata «una promessa non mantenuta, come tante altre». Poi, fortunatamente, è arrivato il governo Monti. I suoi meriti vengono riconosciuti da Giuseppe Orsi, presidente di Finmeccanica: l’accordo è frutto di «una proficua collaborazione» tra il governo italiano è quello israeliano. Dimentica però, ingiustamente, i meriti del governo Berlusconi, artefice della legge quadro (17 maggio 2005) sulla cooperazione militare Italia-Israele. Quest’ultimo accordo, dunque, è frutto della stessa politica bipartisan attuata dai governi italiani.
Nell’annunciare il successo della vendita a Israele degli M-346 e dei loro sistemi operativi, il ministero italiano della difesa tace però su un particolare. Il ministero della difesa israeliano pagherà solo una parte minore del prezzo totale. Il grosso, circa 600 milioni, sarà anticipato da un consorzio finanziario formato dal gruppo bancario italiano Unicredit e da un fondo pensione collegato, che investiranno insieme 400 milioni, e dalla banca israeliana Hapoalim, che investirà 200 milioni.
Il ministero italiano della difesa annuncia quindi che «le forze armate italiane, dal canto loro, potranno utilizzare un sistema satellitare ottico ad alta risoluzione per l’osservazione della Terra denominato Optsat-3000, realizzato in Israele».  Dà quindi l’impressione che questo satellite sia stato messo da Israele gentilmente a disposizione dell’Italia. In realtà, essa lo acquista attraverso Telespazio dalle Israel Aerospace Industries, pagandolo oltre 200 milioni di dollari, cui si aggiungeranno gli ingenti costi per la messa in orbita e il controllo del satellite. Questo, da una quota di 600 km, servirà non a una generica «osservazione della Terra», ma a individuare in lontani teatri bellici gli obiettivi da colpire, con immagini di 50 cm ad alta risoluzione.
Col solito tono vago, il ministero della difesa annuncia infine «la fornitura di sottosistemi standard Nato di comunicazione per due aerei destinati all’Aeronautica militare». Parla così della frusta e non del cavallo: gli aerei sono due Gulfstream 550, jet di lusso per executive made in Usa, che le Israel Aerospace Industries trasformano in sofisticatissimi aerei da guerra. Dotati delle più avanzate apparecchiature elettroniche e collegati a sei stazioni terrestri, questi G-550 modificati, capaci di volare a 12mila metri di quota con un raggio d’azione di 7mila km, sono la punta di lancia di un sistema di comando e controllo per l’attacco in distanti teatri bellici.
L’Italia acquista da Israele questo sistema di comando per le guerre di aggressione al modico prezzo di 750 milioni di dollari che, aggiunti a quello del satellite militare, portano la spesa a oltre un miliardo. Ovviamente con denaro pubblico. «Una potente iniezione di fiducia» a coloro che credono nel valore della guerra.

(il manifesto, 31 luglio 2012)

Ai seguenti links le dichiarazioni di Marantelli e l'editoriale del direttore di Varesenews:

http://www3.varesenews.it/economia/articolo.php?id=239266

http://www3.varesenews.it/rubriche/editoriali/articolo.php?id=239277