Noi,
 sottoscritti, Ugo Giannangeli, nato a Roma il 23/7/1949, residente a 
Veniano, via Fontanelle, 38;  Filippo Bianchetti, nato a Bolzano il 
27/11/1952, residente a Varese, viale Dandolo 29; Fiorella Gazzetta, 
nata a Varese il 4/10/1955, residente a Varese, viale  Dandolo 29; Marco
 Varasio, nato a Sant’Angelo Lodigiano il 18/2/1987, residente a Milano,
 via Cadore 29; Giuseppe Orlandi, nato a Empoli il 17/2/1946, residente a
 Varese, via Aurora 4,  in proprio e quali membri delle associazioni “ 
Comitato No M346 ad Israele”, “ Comitato Varesino per la Palestina” , “ 
Forum contro la guerra”, rete BDS Italia ( Boicottaggio, 
Disinvestimenti, Sanzioni verso Israele) , esponiamo quanto segue. 
La
 legge 9/7/1990 n. 185 contenente norme sul controllo dell’esportazione,
 importazione e transito dei materiali di armamento all’art. 1 prevede, 
tra l’altro, il divieto della esportazione verso Paesi in stato di 
conflitto armato, verso Paesi la cui politica contrasti con i principi 
dell’art. 11 della Costituzione e verso Paesi i cui governi sono 
responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in 
materia di diritti umani, accertate dai competenti organi delle Nazioni 
Unite, dell’UE o del Consiglio d’Europa.
Nonostante
 questa chiara dizione il governo italiano in data 17/5/2005 ha 
sottoscritto un accordo di cooperazione militare con lo stato di 
Israele.
In
 particolare l’Alenia Aermacchi, azienda del gruppo Finmeccanica, con 
sede a Venegono superiore, ha concluso in data 19/7/2012 un accordo per 
la vendita ad Israele di 30 aerei M346.
Gli
 aerei M346 sono usualmente definiti “ addestratori” perché utilizzati 
per addestrare i piloti all’uso degli F35, ma, in realtà, con semplici 
interventi di armamento, sono anche utilizzabili come cacciabombardieri.
Rientrano, pertanto, nella categoria degli armamenti di cui all’art. 2 lettera g) L.185/90.
Israele
 è uno stato che, dal suo nascere nel 1948, ha continuamente affrontato 
conflitti armati con gli stati arabi confinanti, occupa illegalmente i 
Territori palestinesi e disattende metodicamente le risoluzioni ONU che 
gli intimano, tra l’altro, il ritiro dai Territori Occupati e il 
rispetto del diritto umanitario.
E’
 stato accertato che Israele ha commesso ripetutamente crimini di guerra
 e contro l’umanità e quotidianamente viola il diritto umanitario e la 
normativa a tutela della popolazione  sotto occupazione ( convenzioni de
 L’Aja e di Ginevra).
Limitandoci
 agli ultimi anni, la responsabilità di Israele è stata accertata dal 
rapporto della Missione di inchiesta delle Nazioni Unite presieduta dal 
giudice Goldstone in relazione alla “guerra” contro la popolazione di 
Gaza denominata “ Piombo fuso” del Dicembre 2008/Gennaio 2009 ( oltre 
1400 uccisi, di cui oltre 300 bambini, migliaia di feriti, distrutte 
case, scuole, ospedali). Il rapporto Goldstone è stato fatto proprio 
anche dal Parlamento europeo il 10/3/2010.
Amnesty
 International ha accertato crimini di guerra e contro l’umanità 
commessi da Israele nell’ambito della “guerra” contro Gaza nel Novembre 
2012 che ha ucciso oltre 200 Palestinesi ( “operazione Pilastro di 
difesa”, rapporto di Amnesty del 2013).
Il
 rapporto di una ulteriore indipendente organizzazione internazionale, 
Human Rights Watch, accerta e denuncia la quotidiana violazione del 
diritto umanitario nei T.O. ( rapporto del 2010). Solo a titolo 
esemplificativo: incarcerazione indiscriminata senza capo di accusa e 
quindi senza possibilità di difesa, continuamente prorogabile ( c.d. 
detenzione amministrativa); abbattimento di case, scuole, piantagioni 
(soprattutto oliveti); sottrazione di risorse idriche; diniego di 
concessioni edilizie; espansione coloniale nei Territori destinati allo 
stato di Palestina ; limitazione del diritto di libera circolazione 
attraverso centinaia di check points, by pass roads, per non dire del 
muro c.d. dell’apartheid; confisca di terre; una complessa normativa 
volta a discriminare la popolazione non ebraica. 
Per
 quanto attiene, invece, alle condotte tenute in occasione delle guerre,
 i rapporti sopra citati denunciano gli attacchi deliberati contro i 
civili e contro obiettivi non militari (scuole, ospedali, 
autoambulanze); l’uso deliberatamente sproporzionato della forza per 
colpire la popolazione civile; l’uso dei civili come scudi umani; le 
detenzioni illegali di civili; la punizione collettiva della 
popolazione; la deliberata distruzione delle fondamenta della vita 
civile.
Si
 può concludere, pertanto, che Israele rientra ampiamente, per più 
titoli, nel campo dei Paesi cui dovrebbe essere inibita la vendita di 
armamenti ex art. 1 L. 185/90.
In
 palese violazione della normativa, invece, l’Alenia Aermacchi ha 
stipulato il contratto di cui si è detto e in data 9 luglio 2014, a 
guerra iniziata, ha consegnato i primi due aerei che sono decollati alla
 volta della base israeliana di Hatzerim.
A
 guerra iniziata perché dall’8 Luglio 2014 è in corso,infatti, come è 
noto, un ennesimo massiccio attacco contro la popolazione di Gaza (c.d. 
“Margine difensivo”), che già ora ha superato la violenza distruttiva di
 “ Piombo fuso”. Già oggi la popolazione di Gaza ( oltre 1.700.000 
persone con la più alta densità abitativa del mondo) è senza acqua, 
senza energia elettrica, senza rifornimenti di viveri e medicine, in un 
territorio devastato dai bombardamenti aerei prima e dall’attacco di 
terra dopo. Mentre scriviamo gli uccisi sono oltre 1800 ( 86% civili), 
di cui circa 350 bambini ( dati UNICEF), migliaia i feriti, centinaia di
 migliaia gli sfollati. Tutto è voluto e preordinato: è stato affermato 
che è in fase di attuazione la c.d. dottrina Dahiya che teorizza l’uso 
sproporzionato della forza per infliggere sofferenza alla popolazione al
 fine di conseguire obiettivi politici. E’ esattamente l’antitesi del 
diritto umanitario internazionale.
Il
 23/7/2014 è intervenuta una risoluzione del Consiglio dei diritti umani
 dell’ONU che ha riconosciuto che è in corso un conflitto tra parti non 
uguali e che le azioni non sono tra loro comparabili; ha condannato le 
operazioni militari israeliane poste in essere sin dal 13/6/2014 nei 
Territori Occupati; ha denunciato la violazione del diritto umanitario 
da parte di Israele; ha ricordato ad Israele gli obblighi del Paese 
occupante; ha intimato l’immediata  cessazione dell’offensiva e ha 
istituito una Commissione di inchiesta. La risoluzione, come tutte le 
precedenti dal 1948 ad oggi, è rimasta disattesa.
E’
 assolutamente certo che la Commissione, se e quando potrà essere 
operativa, accerterà anche in questo caso la commissione di crimini di 
guerra e contro l’umanità da parte di Israele, così come avvenuto col 
rapporto Goldstone per una strage di dimensioni ridotte rispetto alla 
attuale : il numero degli uccisi è già superiore, anche se mancano al 
conteggio tutti i feriti che moriranno per l’impossibilità di cure e 
tutti i cadaveri ancora sepolti sotto le macerie; per quanto riguarda la
 distruzione di immobili, in questa occasione, oltre a case, scuole ( 
anche dell’ONU) e ospedali, sono stati distrutti orfanotrofi e l’unica 
centrale elettrica della Striscia.
Nello
 stesso giorno della risoluzione ONU la ministra della difesa Pinotti, 
rispondendo, per conto della ministra per gli affari esteri Mogherini, 
ad una interrogazione parlamentare sulla palese violazione della legge 
n. 185/90 da parte del governo attraverso la fornitura di armamenti ad 
Israele, di fatto eludeva la domanda.
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Alla
 luce di quanto esposto ci chiediamo come sia stato possibile 
autorizzare e non sospendere la consegna dei primi aerei a strage in 
corso.
E’
 verosimile che questi aerei siano attualmente operativi sul cielo di 
Gaza; in tal caso il governo italiano che ha autorizzato la consegna è 
divenuto  complice della strage in atto, avendola favorita ed agevolata 
con la fornitura di ulteriore armamento, una vera e propria ipotesi di 
concorso.
Vi
 è una sola alternativa  ipotizzabile : che l’Alenia Aermacchi, 
consapevole della gravità della situazione e quindi del rischio di 
vedersi negare l’autorizzazione dai competenti ministeri, non l’abbia 
richiesta. Si attenuerebbe così la responsabilità del governo ma 
l’Alenia incorrerebbe in pieno nelle ipotesi di responsabilità penale di
 cui agli artt. 23 e seguenti della L.185/90.
Gli
 accertamenti che ci accingiamo a chiedere potranno anche verificare il 
ruolo nella vicenda di Unicredit, l’Istituto bancario che finanzia 
l’operazione.
La
 “Dichiarazione per il settore della difesa” dell’Unicredit recita che 
questo istituto può operare solo in Paesi che ottemperano ai principali 
Trattati e alle principali convenzioni internazionali. Poiché la 
“Dichiarazione” di Unicredit fa riferimento anche alle armi nucleari, 
appare opportuno aggiungere e ricordare che Israele, pur detenendo un 
imponente armamentario nucleare  (come ha denunciato a sue spese  
Vanunu!) non ha sottoscritto il trattato di non proliferazione delle 
armi atomiche ( coerentemente con la negazione di possederne). C’è da 
chiedersi, allora, come mai Israele si sia così allarmato quando un 
razzo è caduto nei pressi della base nucleare di Dimona.
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Per
 le esposte ragioni, i sottoscritti chiedono che la Procura della 
Repubblica competente ( allo stato riteniamo competente quella di Varese
 in base alla dislocazione a Venegono Superiore della fabbrica Alenia 
Aermacchi da dove sono decollati gli aerei) voglia accertare:
-se  Alenia Aermacchi ha chiesto l’autorizzazione ai ministeri competenti per la consegna dei due aerei
-in
 caso affermativo, come sia stato possibile concedere l’autorizzazione 
con l’azione militare in atto a Gaza e se l’autorizzazione non sia stata
 ottenuta con mezzi illeciti, anche alla luce delle precedenti indagini 
della Procura di Busto Arsizio che hanno coinvolto Finmeccanica e Agusta
 Westland per ipotesi di corruzione
-in
 caso negativo, vorrà il magistrato valutare se procedere nei confronti 
della Alenia Aermacchi e dei suoi responsabili in relazione alle 
fattispecie di cui agli artt. 23 e seguenti L.185/90 ( falsità di atti e
 commercio non autorizzato).
Si formula espressa richiesta di avviso ex art. 408 c.p.p. nella denegata ipotesi di richiesta di archiviazione.
Nominiamo difensore l’Avv. Marco Lacchin del foro di Varese, con studio in Varese, via Magatti 2
Si allegano i seguenti documenti:
1)    Notizia della firma dell’accordo 19/7/2012 tratta dal sito del ministero della difesa
2)     Notizia della consegna dei primi due velivoli tratta dal sito della Alenia Aermacchi
3)     Attestazione
 della autorizzazione ad  Unicredit a corrispondere un finanziamento di 
 469,2 milioni per la fornitura di 30 velivoli M346 ad Israele  tratta dal sito di Unicredit
4)     Risoluzione del Consiglio per i diritti umani del 23/7/2014 tratta dal sito ONU.
Varese, 4 Agosto 2014
Ugo Giannangeli  
                                                         
Filippo Bianchetti
Filippo Bianchetti
Fiorella Gazzetta                                                           
Marco Varasio
Marco Varasio
Giuseppe Orlandi
 
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